Farmacie solidali

Farmacie solidali: il progetto con Banco Farmaceutico è rinnovato per il 2023

Una buona notizia all’orizzonte per il 2023. Anche per il prossimo anno, infatti, è stato rinnovato il protocollo d’intesa fra Fondazione Banco Farmaceutico, Eguaglia e Fofi in merito al progetto delle farmacie solidali, il cui scopo è quello di sostenere la cura delle persone che vivono in stato di povertà. Stiamo parlando della Rete dei presidi farmaceutici solidali, un progetto che, avviato nel 2021, offre un concreto sostegno a chi ha bisogno di farmaci e terapie ma non può permetterseli perché in stato di povertà sanitaria.

Come funziona la Rete delle farmacie solidali

Il progetto che sostiene la Rete delle farmacie solidali è molto semplice: le aziende farmaceutiche associate a Egualia, l’organo di rappresentanza dei farmaci generici equivalenti, dei biosimilari e della Value Added Medicine, doneranno prodotti medicinali per coprire il fabbisogno annuale delle associazioni benefiche coinvolte. A monitorare il flusso delle suddette donazioni sarà Banco Farmaceutico che, oltre a verificare il fabbisogno farmacologico delle suddette associazioni benefiche, raccoglierà anche i dati necessari alla realizzazione di uno studio di settore. Ultima federazione coinvolta, ma non per questo meno importante, è la Fofi, che inviterà i farmacisti a prestarsi ad attività di volontariato, realizzando inoltre un prontuario dei Presidi Farmaceutici Solidali.

L’importante ruolo dei farmacisti

All’interno della rete delle farmacie solidali i farmacisti volontari svolgeranno un ruolo essenziale: saranno infatti responsabili di tutte quelle attività relative alla verifica, conservazione, stoccaggio, distribuzione e (ovviamente) dispensazione dei farmaci donati. Andrea Mandelli, presidente FOFI, ha commentato:

«Questo progetto esprime in maniera concreta il valore sociale dell’impegno che i farmacisti svolgono quotidianamente in favore delle comunità in cui operano. La nostra categoria è naturalmente vocata all’assistenza di chi si trova in stato di necessità e conferma una grandissima sensibilità e partecipazione alle iniziative di solidarietà volte a contrastare le disuguaglianze di salute».

Il progetto è cresciuto negli anni

Il 2023 vedrà un aumento degli enti convenzionati che beneficeranno dell’iniziativa, che salgono da due a undici. Tali realtà benefiche sono dislocate su tutto lo Stivale e, come primo step, hanno avuto il compito di stilare una previsione di fabbisogno per il prossimo anno: quest’ultimo si aggira intorno ai 475 principi attivi, per un totale di 105.386 confezioni. La richiesta, insomma, cresce, soprattutto dando uno sguardo al bilancio del 2021, riferito al periodo giugno 2021-giugno 2022. Durante l’anno le realtà benefiche coinvolte nel progetto hanno infatti beneficiato di oltre 39mila confezioni di farmaci, arrivando assistere complessivamente 7472 persone.

Assunzione dei farmaci
Foto di Towfiqu barbhuiya / Unsplash

La povertà sanitaria in Italia

La povertà sanitaria in Italia c’è, ma non si vede. Secondo il nono rapporto sul tema, realizzato da Banco Farmaceutico, in Italia nel 2021 sono state quasi 600mila le persone che non hanno potuto acquistare i medicinali e i farmaci di cui avevano bisogno perché in stato di indigenza. La situazione, negli anni, è peggiorata parecchio anche a causa della pandemia. Rispetto al 2020, infatti, la condizione di povertà sanitaria ha avuto un incremento del 36,7%.

Basti pensare che gli italiani in stato di povertà hanno a disposizione solo 10,25 euro al mese da dedicare alle spese sanitarie. Questa cifra, rapportata alla spesa italiana relativa alle cure mediche, è meno del 20% rispetto alla media nazionale.

Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico Onlus, commenta:

«La situazione economica e storica desta molta preoccupazioni; pensiamo, in particolare, a tante persone fragili che saranno spinte in una condizione di ulteriore marginalità e a tante famiglie lambite per la prima volta dalla povertà. Ci consola, però, poter trovare nel nostro cammino di sostegno a chi è indigente persone, aziende e istituzioni che ci permettono di fare il nostro lavoro e che, come nel caso della Rete dei Presidi Farmaceutici Solidali (PFS), rappresentano anche un importante segnale di umanità e speranza».

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