Medico con stetoscopio

Medicina di genere: perché tenerne conto anche in farmacia

Oggi la personalizzazione delle cure è un concetto centrale sia nella prevenzione che nel trattamento delle malattie. La medicina di genere ha quindi assunto una grande importanza in questi ultimi decenni, e in modo più evidente all’indomani della pandemia di Coronavirus. Molti studi, tra cui uno pubblicato sulla rivista Trends in Endocrinology & Metabolism, hanno infatti evidenziato che il Covid-19 colpisce meno frequentemente le donne e, oltre a questo, risulta essere più letale per la popolazione maschile. Il Coronavirus, tuttavia, è solo uno dei tanti esempi di come uomini e donne si ammalino in modo diverso, soffrano di patologie diverse e, soprattutto, rispondano in modo differente alle terapie.

La medicina di Genere in Italia: un po’ di storia

Di medicina di genere se ne parla dall’inizio degli anni ’90. Eppure in Italia si è dovuto aspettare il 2008 affinché questa diventasse un obiettivo di sanità pubblica. Bisogna invece attendere il 2015 per l’istituzione, da parte dell’ISS, del “Centro di riferimento per la medicina di genere“, seguito poi, nel settembre del 2020, dall’Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere“. Quest’ultimo, oggi, si pone lo scopo di monitorare costantemente l‘applicazione della medicina di genere nell’approccio alle patologie e alla loro prevenzione al fine di garantire la qualità e delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale.

Non significa solo “medicina per le donne”

La ricerca scientifica e farmacologica per molto tempo si è basata quasi esclusivamente su dati e campioni maschili. E quando si è cominciato a parlare di medicina di genere siamo stati portati quasi automaticamente a pensare ad essa come a una medicina eminentemente femminile. In realtà non è così, anzi si tratta di un pregiudizio di forma. La medicina di genere, al contrario, tiene conto della persona nella sua interezza, considerando le sue caratteristiche biologiche, ma anche le variabili ambientali, socio-relazionali, economiche e culturali. Questa branca della medicina, dunque, prende in considerazione tutte le variabili in modo da fornire sia cure più accurate e tempestive in caso di malattia che screening mirati quando si tratta di far prevenzione.

Per rendere più chiaro il concetto, è utile fare una piccola digressione sul tumore alla mammella, esempio eloquente di medicina di genere. Di tumore a seno, infatti, se ne parla sempre in relazione al mondo femminile, eppure sono molti gli uomini colpiti da questa forma di cancro: essendo tuttavia una malattia meno conosciuta fra la popolazione maschile, sono conseguentemente meno diffusi anche gli screening di prevenzione, con una prognosi nettamente peggiore per gli uomini rispetto alle donne.

Foto di Julia Koblitz / Unsplash

Medicina di genere: molti i passi avanti

Nel corso degli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante nella direzione della medicina di genere. Basti pensare che solo dieci anni fa un medico su quattro non sapeva né di cosa si trattasse né dell’importanza che la stessa rivestisse nel percorso di cure per i pazienti.

Oggi, al contrario, la medicina di genere è uno dei modi per raggiungere la tanto agognata medicina di precisione, personalizzata su ciascun paziente. A parlarne è anche il libro bianco “Dalla medicina di genere alla medicina di precisione” presentato qualche anno fa dalla Fondazione dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di Genere e Farmindustria.

Il volume si è posto l’obiettivo di indagare l’applicazione della medicina di genere nei diversi settori della sanità, farmacologia compresa. Non a caso Francesca Merzagora, presidentessa di Fondazione Onda ha affermato che “equità di accesso alle cure e sostenibilità del sistema sanitario richiedono che donna e uomo siano entrambi considerati nella loro specificità”.

Inutile dire che la medicina di genere e di precisione coinvolge anche la ricerca farmacologica. Lo stesso presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha affermato: “il 42% dei medicinali in sviluppo è oggi indirizzato alla medicina di precisione, percentuale che sale al 73% considerando solo quelli antineoplastici. Ecco perché è importante partire dallo studio delle differenze di genere per arrivare a risposte cucite su misura sulla specifica persona.”

Molta strada deve essere ancora fatta, ma il percorso intrapreso è quello che, in un futuro non troppo lontano, porterà a individuare cure personalizzate per ogni paziente.

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