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Farmacisti in prima linea per un servizio sanitario più equo

Il “Rapporto civico sulla salute. I diritti dei cittadini e il federalismo in sanità” del 2022 presentato da Cittadinanzattiva parla chiaro. La pandemia ha impoverito l’assistenza sanitaria ai cittadini: liste di attesa lunghissime, screening oncologici in ritardo e una drastica diminuzione delle visite di prevenzione sono la punta dell’iceberg di una situazione critica. I farmacisti, tuttavia, possono rivestire un ruolo fondamentale per ripristinare la vicinanza sanitaria alla popolazione, nonché un mezzo attraverso il quale dar vita a un sistema sanitario più equo. Ma procediamo con ordine partendo, prima di tutto, dai dati emersi dal Rapporto civico sulla salute del 2022.

Il rapporto civico sulla salute 2022

Il rapporto civico sulla salute è stato redatto da Cittadinanzattiva, un’organizzazione volta a promuovere l’attivismo dei cittadini al fine di garantire la tutela dei diritti di ciascuno, la salvaguardia dei beni comuni e l’importante sostegno alle fasce deboli della popolazione. Il rapporto, presentato a maggio, altro non è che una fotografia della sanità italiana vista attraverso gli occhi dei cittadini; il documento si basa sui dati del 2021, ovvero sulle oltre 14mila segnalazioni giunte al servizio PiT Salute e alle 330 sezioni territoriali del Tribunale per i diritti del malato. Il rapporto, inoltre, presenta un’analisi dal punto di vista civico del federalismo sanitario.

Foto di Johny Georgiadis / Unsplash

I dati emersi dal rapporto

In linea generale, il rapporto 2021 evidenza un vero e proprio depauperamento delle risorse e prestazioni sanitarie, sospese o rallentate a causa della pandemia di Covid-19. E anche l’assistenza territoriale è in grande difficoltà.

  • Liste d’attesa lunghissime

Il ritardo nell’accesso alle cure è stato, senza dubbio, l’elemento che più salta all’occhio leggendo il rapporto. I lunghi tempi di attesa, tallone d’Achille della sanità italiana già prima della pandemia, sono uno degli aspetti che più è peggiorato durante l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus. Ritardi e lunghe attese, infatti, hanno interessato il 71.2% delle segnalazioni. E i numeri parlano da sé: quasi due anni di attesa per una mammografia, un anno per una tac o un’ecografia, 180 giorni per una risonanza magnetica e 100 per una colonscopia sono solo alcune delle (tante) attese con cui hanno avuto a che fare i cittadini nel corso del 2021.

  • Rinuncia alle cure

Il risvolto della medaglia? Lo scorso anno l’11% degli italiani ha dichiarato di aver rinunciato a visite ed esami, sia per i lunghi tempi di attesa che a causa di problemi economici. E lo scenario cambia da regione a regione, con punte che salgono al 18.3% in Sardegna.

  • Sospensione degli screening di prevenzione

Anche gli screening di prevenzione se la sono passata male: per il 57% delle regioni, infatti, si segnala l’interruzione o la sospensione momentanea dei normali visite di screening per diverse patologie, tra le quali il tumore al seno, al colon e alla cervice.

  • L’impoverimento dell’assistenza territoriale

E’ un punto importante del Piano di Ripresa e Resilienza Nazionale, ma non va bene neanche in termini di assistenza territoriale, per la quale il rapporto evidenzia grandi lacune e inefficienze. Le segnalazioni mettono il luce rapporti problematici con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, ma non mancano nemmeno i problemi con i servizi relativi alla continuità assistenziale e all’assistenza domiciliare integrata, le cui segnalazioni per il 2021 hanno raggiunto il 12,1%. Su questi specifici punti, inoltre, si registrano forti diseguaglianze territoriali e regionali.


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Il ruolo del farmacista per superare criticità e disuguaglianze

Alla presentazione dei dati del rapporto stilato da Cittadinanzattiva ha partecipato anche la FOFI attraverso le parole del suo presidente, Andrea Mandelli. Il suo intervento è una vera e propria dichiarazione d’intenti.

“I farmacisti rivestono un ruolo fondamentale per la costruzione di un Servizio sanitario più equo e più vicino al cittadino, contribuendo a dare una risposta alle principali criticità e disuguaglianze nell’accesso all’assistenza sanitaria, emerse con forza durante la pandemia”.

Mandelli continua col suo intervento.

“Il contrasto alla povertà sanitaria, l’accessibilità ai farmaci e la riduzione delle liste d’attesa sono questioni sanitarie di grande rilevanza che vedono i farmacisti in prima linea con la loro attività quotidiana al servizio dei cittadini, sul territorio e negli ospedali, e attraverso la partecipazione ai tavoli di lavoro istituzionali. È su questi temi che si gioca la capacità del SSN di garantire il diritto alla salute e lo sviluppo economico e sociale del Paese”.

Il presidente della FOFI riveste il farmacista di un ruolo chiave, fondamentale per far fronte alla disuguaglianza e povertà sanitaria. Anche in questo caso la parola d’ordine è prossimità. Mandelli, infatti, afferma:

“Per rilanciare le cure di prossimità non serve creare nuove infrastrutture, ma occorre puntare su quei professionisti che già oggi sono il punto di riferimento dei cittadini e che operano in sinergia all’interno della rete degli operatori sanitari del territorio delineata dal DM71. I farmacisti sono pronti a rispondere alla sfida lanciata dalla sanità italiana di rafforzare l’assistenza territoriale per realizzare una vera centralità del paziente e un riconoscimento più effettivo del diritto alla salute”

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