Medicina territoriale

Medicina territoriale: ecco cosa ne pensano gli italiani

La medicina territoriale è al centro di una grande riforma del sistema sanitario nazionale, e il suo sviluppo è uno dei tanti obiettivi contenuti all’interno del PNRR. Ma cosa ne pensano gli italiani e quanti hanno usufruito dei svariati servizi ad essa legati? A fotografare la situazione è stata l’indagine “Esperienza e percezione degli italiani sulla medicina territoriale“, i cui risultati sono stati presentati nel corso del sesto congresso nazionale della Fondazione Onda. Realizzata insieme all’istituto Elma Research, dalla sua analisi sono emersi dati preziosi per comprendere sia quante persone si siano avvalse dei servizi di medicina territoriale sia per capire il livello di gradimento generale degli italiani.

Gli italiani e la medicina territoriale

Base della ricerca di Fondazione Onda e Elma Research sono stati dei questionari compilati da quasi 500 persone maggiorenni nel corso dell’estate. Ma ecco la fotografia del panel intervistato: composto per l’86% da donne, l’età media si attestava intorno ai 57 anni, con una netta provenienza degli intervistati dal nord Italia (il 67%). Quanto al grado di istruzione, il 67% era composto da laureati. I dati più interessanti emersi dalla ricerca sono essenzialmente due:

  • La medicina territoriale sta prendendo piede: i risultati mostrano che, nell’ultimo semestre, 9 italiani su 10 hanno usufruito di almeno un servizio
  • Il grado di soddisfazione non è altissimo: solo un quarto degli intervistati, infatti, si è definito soddisfatto dalla qualità del servizio erogato.

In particolare, fra i servizi di medicina territoriale offerti, il campione ha usufruito dei seguenti:

  • l’88% ha fatto ricorso al medico di medicina generale
  • il 15% al consultorio
  • il 12% al pediatra
  • Il 10% a diversi servizi tramite la telemedicina

Il clima generale è di insoddisfazione

La medicina territoriale è conosciuta e utilizzata dai più, ma il problema generale ad essa connessa è l’insoddisfazione generale degli utenti. Come già anticipato, infatti, solo un quarto degli intervistati si ritiene soddisfatto dalla qualità del servizio. In particolare, i problemi maggiormente riscontrati sono i seguenti:

  • Il 58% del campione si lamenta delle difficoltà di prenotazione dei servizi
  • Il 53% non è soddisfatto per i lunghi tempi di attesa
  • Il 43% pensa che la disponibilità oraria dei servizi sia insufficiente e limitata

La pandemia ha senza dubbio giocato un ruolo di rilievo, e in fatti il 43% degli intervistati ritiene che la medicina territoriale sia molto peggiorata negli ultimi anni e nutre ben poche speranze per il futuro. Il 90% del campione non pensa, infatti, che nei prossimi anni assisteremo a miglioramenti nel settore.

Clienti in farmacia
Foto di Tbel Abuseridze / Unsplash

Il ruolo fondamentale della farmacia

In questo scenario, la farmacia rappresenta un modo per migliorare la situazione: sempre secondo l’indagine svolta dall’osservatorio Onda, infatti, una persona su tre si rivolge in farmacia per evitare di andare dal medico di medicina generale.

I motivi che spingono gli utenti in farmacia, però, sono anche altri: il 45%, infatti, si rivolge al farmacista per chiedere consiglio sulle prescrizioni e addirittura il 41% per avere un aiuto sulle problematiche di salute più diverse. Il 30% infine, si reca in farmacia per usufruire dei servizi offerti, sia diagnostici che di consulenza.

La farmacia, insomma, è tenuta in gran conto dagli italiani, e non solo per quanto riguarda l’acquisto di farmaci: un’ulteriore prova del suo ruolo di primo presidio sanitario sul territorio.

Insomma, di lavoro ce n’è ancora molto da fare, se non altro per (ri)guadagnare la fiducia degli italiani, ben poco speranzosi sugli sviluppi futuri della tanto chiacchierata medicina territoriale.

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