Farmaci e stetoscopio

Povertà sanitaria, i dati del decimo rapporto: la situazione è peggiorata

La povertà sanitaria cresce in Italia. Sono questi i dati diffusi dall’ultimo rapporto in merito, il decimo, realizzato e diffuso da Banco Farmaceutico. La situazione non è rosea e il problema oggi interessa oltre 5,5 milioni di persone, ovvero il 9,4% di tutta la popolazione italiana. Approfondiamo la questione scoprendo tutti i dati a riguardo.

Cos’è la povertà sanitaria?

La povertà sanitaria è la condizione per la quale molti soggetti non riescono ad accedere alle cure che necessitano per salvaguardare la propria salute. Benché, infatti, il nostro Sistema Sanitario Nazionale abbia uno stampo universalistico, parte della spesa sanitaria rimane a carico dei cittadini. E in un contesto del genere, soprattutto quando si tratta di persone indigenti, l’accesso alle cure non è così scontato. Basti pensare che nel 2021 la spesa sanitaria a carico delle famiglie italiane è stata del 43,5%. E in un quadro del genere, quando è faticoso anche assicurare i tre pasti quotidiani in tavola, medicine e prevenzione sono necessariamente messi in secondo piano.

Povertà sanitaria in Italia: i dati del 2022

A fornirci un quadro chiaro della situazione è Banco Farmaceutico con il suo decimo rapporto sulla povertà sanitaria in Italia che, chiamato “Donare per curare – Povertà sanitaria e donazione di farmaci“, è stato realizzato da OPSan, l’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria nato proprio in seno a Banco Farmaceutico.

Come anticipato, sono oltre 5,5 milioni le persone che, nel nostro paese, vivono in una condizione di povertà assoluta, ovvero il 9,4% della popolazione totale. Di questo 9,4%, il 7% vive anche in una condizione di povertà sanitaria. Tradurre tutto in cifre può far capire quanto la spesa sanitaria pesi sui conti economici di chi vive in povertà. Per queste persone la spesa per i farmaci può arrivare a interessare anche il 60% del budget totale che hanno a disposizione.

Ma la spesa sanitaria e farmaceutica, ultimamente, pesa anche sulle tasche di molti italiani che, pur non essendo in una condizione di povertà, stanno affrontando serie difficoltà economiche. Basti pensare che ben 5 milioni di persone nel 2021 hanno deciso di rinviare visite e accertamenti con l’intento di ridurre le spese sanitarie per destinare il denaro ad altre necessità più impellenti. La rinuncia alle cure ha interessato il 13% delle persone non povere e il 27% di quelle in condizioni di indigenza.

A questo proposito, Sergio Daniotti, Presidente di Banco Farmaceutico, ha dichiarato:

«La povertà sanitaria continua a rappresentare un grave problema per migliaia di famiglie povere, mentre sacrifici e rinunce riguardano sempre più spesso anche quelle non povere. Purtroppo, le condizioni di chi vive in Italia non sono destinate, nell’immediato futuro, a migliorare; questo a causa di alcuni effetti persistenti della crisi economica derivata dalla pandemia, e della grave situazione internazionale. Speriamo che i dati del nostro Rapporto siano letti con attenzione dalle istituzioni, e che rappresentino per esse uno strumento per comprendere più a fondo i bisogni di chi è in difficoltà e attuare, così, misure e politiche in grado di rispondere con efficacia».

Farmacie solidali
Foto di Madison Agardi / Unsplash

La solidarietà è necessaria e fondamentale

Un quadro del genere, in attesa che le istituzioni agiscano per arginare il problema, invita alla solidarietà. Aiutare chi è in difficoltà è necessario per garantire a ogni persona l’accesso alle cure di cui ha bisogno per salvaguardare la propria salute. Il progetto Farmacie Solidali, rinnovato anche per il 2023, è un ottimo strumento, che oggi si ritiene necessario per restare al fianco di chi non arriva a fine mese.

In particolare, la Rete delle Farmacie Solidali, grazie ai farmaci donati dalle aziende farmaceutiche associate ad Egualia (e non solo), sarà in grado di dispensare prodotti medicinali atti a coprire il fabbisogno delle associazioni coinvolte nel progetto. Nel 2023, rispetto allo scorso anno, è aumentato il numero degli enti che beneficeranno dell’iniziativa, che da due sono diventati undici.

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