Bottone emergenza

Crisi energetica e rincari colpiscono la filiera farmaceutica

La crisi energetica colpisce tutti, dai singoli cittadini a quelle aziende che basano la propria produzione su gas ed elettricità. Non è esente dal problema neanche il comparto farmaceutico: l’aumento ormai inesorabile dei costi energetici sta infatti mettendo a rischio tutta la filiera produttiva, di conservazione e di distribuzione. A far sentire la propria voce sono le federazioni e le associazioni di categoria che, recentemente, hanno rilasciato una nota chiedendo al governo di mettere sul tavolo misure di tutela atte a proteggere quello che, a tutti gli effetti, è un comparto essenziale in termini di continuità terapeutica ed assistenziale. Approfondiamo l’argomento.

Il caro energia corpisce anche il settore farmaceutico

La crisi energetica è sotto gli occhi di tutti e le salatissime bollette recapitate a singoli cittadini, imprese e industrie ne sono la prova più immediata. A soffrire dei rincari è anche il settore farmaceutico, che si ritrova a dover utilizzare un budget maggiore per la produzione e la distribuzione dei propri prodotti. In generale, gli incrementi si aggirano intorno al 40% circa. In un contesto come quello europeo, in cui la carenza di farmaci è ormai un problema conclamato, questa potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso.

Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha dichiarato ad Adnkronos Salute: «Con questa fiammata del rincaro dell’energia del +600% che stiamo registrando, rispetto a un anno fa, nel nostro settore si profila un reale rischio di carenza di farmaci e della stessa sopravvivenza delle aziende produttrici di medicinali, che sono beni essenziali non solo per la salute ma per la sicurezza di un Paese».

Cattani continua dicendo: «Tutti i settori della nostra filiera stanno assorbendo parte importante di questi aumenti di costi, perché noi non possiamo riversarne a valle gli effetti, ovvero sul consumatore, dato che in larga parte i prezzi sono concordati con Aifa e regolamentati. Quindi, questa crisi energetica determina effetti indiretti aggiuntivi per le aziende farmaceutiche, con incrementi di tutti i fattori della produzione, materiali, imballaggi, manutenzioni, fiale, packaging che è fatto di materiale cartaceo, che mediamente sono cresciuti solo nel primo semestre 2022 del 40% rispetto all’anno scorso».

Macchina da scrivere che scrive "crisi"
Foto di Markus Winkler / Unsplash

Si rischia di peggiorare la carenza dei farmaci

Come evidenziato poco sopra, i prezzi dei farmaci sono al sicuro, perché sono fissati per legge. L’assorbimento dei costi, quindi, è tutto in seno alle aziende che, recentemente, hanno chiesto l‘adozione di misure urgenti a sostegno della produzione farmaceutica, attualmente non più economicamente sostenibile a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia.

Uno dei rischi maggiori, se i costi dell’energia non vengono calmierati, potrebbe essere infatti l’indisponibilità di farmaci e medicinali, che andrebbe a peggiorare una situazione già critica sul territorio europeo. L’aderenza terapeutica, insomma, potrebbe essere a rischio e, con lei, la salute di molti cittadini.

La richiesta di aiuto al governo contro il caro energia

La nota congiunta delle associazioni di categoria chiede che la filiera di produzione di farmaci e medicinali «sia considerata, come avvenuto durante la pandemia, un comparto essenziale al quale assicurare continuità e sostenibilità della fornitura di gas, energia elettrica e carburanti per il trasporto, adottando misure in tal senso tra le priorità dell’agenda politica e di governo. Questo per continuare a garantire le cure ai cittadini, evitando rischi di carenza di terapie in Italia e all’estero, ma anche per assicurare la sostenibilità delle stesse imprese, messe a rischio sopravvivenza dal rincaro esorbitante dell’energia del 600% rispetto a un anno fa».

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